“Super” Superalcolici, I Distillati Più Potenti Al Mondo
In questo blog parliamo soprattutto di grappa, ma, di tanto in tanto, ci piace estendere i nostri interessi al mondo dei distillati e dei liquori. Lo abbiamo fatto comparando la grappa alle principali acquaviti, o in modo più scanzonato, raccontandovi di come le persone brindano in giro per il mondo.
Questa volta, ci occupiamo di superalcolici. «Super» nel vero senso della parola: ecco la lista dei più potenti alcolici in commercio, capaci di infiammare gli spiriti più freddolosi!
70° – Fuoco di Russia
La storia ci narra di come i Russi, per impedire la conquista napoleonica, nel 1812 appiccarono il fuoco a Mosca: meglio radere al suolo la capitale piuttosto che vederla battere bandiera francese. La tradizione agli incendi rimane nel Fuoco di Russia, distillato prodotto per la prima volta nel 1886 a Brescia. Le suggestioni storiche vengono riprese nell’etichetta e nel colore rosso di questo superalcolico, nonché nella sua “temperatura” luciferina, che raggiunge i 70°.
75° – Latte di suocera
Bistrattate, odiate, rifuggite: le suocere non godono certo di ottima fama. Anche il loro latte può essere pungente come le loro incursioni in famiglia. O almeno, questa è l’interpretazione di Bortolo Zanin, locandiere veneto che, alla fine del 1800, creò il Latte di Suocera. Un successo commerciale che lo portò ad espandere la sua attività e vendere il suo prodotto come uno dei più caustici alcolici in Italia. Il Latte di suocera viene distillato da bacche ed erbe alpine, lavorato per infusione, estratto a freddo e miscelato con alcool per poi essere affinato in botti di rovere. Viene utilizzato soprattutto per cocktail flambè data l’elevata concentrazione di alcool.
85° – Nero come l’assenzio
Nella nostra classifica non poteva mancare un assenzio, ma non uno qualunque: il Jacques Senaux Black, famoso per il suo colorito nero, (anziché il tradizionale verde smeraldo), è l’unico assenzio che raggiunge gli 85% vol. Ha un forte sapore di anice stellato e liquirizia.
90° – Il distillato ribelle
Cucchiaio di legno per il Poitìn, distillato di malto irlandese che può raggiungere i 90°. Il termine deriva dal celtico «pota» che ricorda l’inglese «pot», ovvero le pentole di rame che venivano usate per la distillazione casalinga, a fuoco diretto. Il Poitìn era tradizionalmente distillato dalle patate, mentre oggi è a base di malto d’orzo. Assai diffuso in Irlanda, l’Inghilterra decise di regolarne la produzione introducendo una pesante tassazione il giorno di Natale del 1661. Di fatto, le tasse misero fuori legge il Poitìn che fino al 1997 è stato un distillato prodotto illegalmente, icona dell’indipendenza e della fierezza del popolo irlandese.
92° – Le follie dell’imperatore
Terzo posto del podio spetta all’Italia con le Le Gocce Imperiali, anche conosciute con il nome di Tintura Imperiale. Prodotte da monaci cistercensi secondo un’antica ricetta del 1766, portano in alto – a 92° per l’esattezza – il Tricolore. Si tratta di un distillato d’erbe di colore giallo limone (tra gli ingredienti figura lo zafferano) e dotato di un deciso gusto d’anice. Viene utilizzato per correggere caffè, tè, latte. Ma funge da tonico aggiunto alle bibite rinfrescanti o da anestetizzante per il dolore ai denti o per il mal di stomaco. Attenzione però alle controindicazioni: utilizzato puro può provocare lesioni dell’apparato gastrointestinale, irritazioni e semiparalisi delle corde vocali. Una curiosità: Gabriele D’Annunzio apprezzava questo superalcolico tanto da averlo descritto con queste parole: «Essenza tra il mistrà e l’assenzio con altri succhi medicinali, squisitissima… poche gocce bastano a trasmutare un bicchiere d’acqua in una specie di opale paradisiaca».
95° – La morte liquida
Medaglia d’argento all’Everclear, alcool puro distillato e rettificato dal grano, anche conosciuto con il nome di Liquefied Death. Prodotto negli Usa, raggiunge i 95° e ha una altissima percentuale di etanolo, tanto da essere proibito in nove Stati, che lo diluiscono fino a 76.5° per poterlo commercializzare. Non si beve liscio, ma serve per preparare diabolici cocktail dai nomi immaginifici: The Screaming Purple Jesus, The Instant Death, Riot Punch, The literal Fireball, Flaming-Holiday e così via.
96° – Il carburante dei piloti
Il primo posto va di diritto alla vodka polacca Spyritus Rektyfikowany, che con i suoi 96° difficilmente può trovare rivali. È un distillato di grano e viene pubblicizzato come il liquore bevuto dai piloti della Siberia. Dopo un paio di shot, viene da immaginare, nessuno di loro avrà più alcun timore ad affrontare una bufera di neve, ammesso che siano ancora in grado di condurre un velivolo. La Spyritus non andrebbe comunque bevuta liscia, ma sempre diluita, come base per cocktail o infusioni di frutta e\o erbe.