«Learning by aging», Marolo è sperimentazione
È da oltre 40 anni che Marolo “cattura” lo spirito del territorio distillando grappe dai migliori vitigni di Langhe, Roero e Monferrato, territori oggi riconosciuti Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Quattro decadi in cui la distilleria di Alba ha saputo distinguersi per l’alta qualità delle grappe, lo stile profondamente artigianale e la capacità di “leggere” i vitigni selezionati distillandone l’essenza caratterizzante.
IMPARARE SPERIMENTANDO
Marolo nasce sui banchi della Scuola Enologica di Alba, nel 1972, quando Paolo Marolo, il fondatore, cominciò a insegnare Erboristica e Liquoreria recuperando la preziosa lezione di Pinot Gallizio, il quale, oltre ad essere un pittore d’avanguardia, fu un vero genio dell’erboristica. Nel 1977, Paolo fondò il primo nucleo dell’azienda sotto il nome e la protezione di Teresa, la santa di Avila a cui era intitolata la cascina dove vennero installati i primi macchinari (curiosità: ancora oggi la ragione sociale dell’azienda è «Distilleria Santa Teresa»). Da allora, il suo alambicco a bagnomaria – tecnica di distillazione ancestrale e delicatissima – non ha mai smesso di funzionare, coniugando una sincera vocazione alle grandi grappe del territorio con una incessante voglia di mettersi in gioco: «Learning by aging» potremmo dire, ovvero, «Imparare a creare grandi distillati continuando a sperimentare nuovi tipi di invecchiamento».

La scuola Enologica di Alba negli anni ’70
Leggi la storia di Marolo e della Distilleria Santa Teresa
TRADIZIONE E RICERCA
Per portare qualche esempio, Paolo Marolo fu uno dei primi distillatori piemontesi a capire l’importanza della Grappa di Barolo lasciata affinare per anni in fusti di acacia e rovere, creando un distillato di classica eleganza, capace di competere con gli spirits a lungo affinamento di tutto il mondo. Fu lui a sperimentare in modo incessante diverse essenze di legno e invecchiamenti in fusti utilizzati per vini e altri distillati, donando alla grappa tradizionale uno spettro aromatico innovativo. Fu ancora lui a credere nel valore delle grappe single vineyard, ovvero grappe ottenute da singoli vigneti ubicati all’interno dei più prestigiosi cru di Langhe e del Roero.
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Una tradizione artigianale, certamente di nicchia e di ricerca che ancora oggi distingue la produzione della Distilleria “Santa Teresa” ed è portata avanti dal figlio di Paolo, Lorenzo Marolo, entrato in azienda nel 2014. A Lorenzo si devono le ultime innovazioni di prodotto legate alle antiche ricette del leggendario farmacista Domenico Ulrich: l’Amaro Ulrich, di cui Marolo ha recuperato l’antica formulazione; e i Vermouth Domenico Ulrich, ottenuti da vino Cortese e artemisie coltivate in Piemonte.
Tra le novità degli ultimi anni non si possono dimenticare le Grappe Doppio Fusto, che nascono dall’utilizzo di botti da invecchiamento in rovere e acacia; rovere e ciliegio e rovere e castagno. Tre espressioni di grappa (Barolo, Barbaresco e Brunello) che si arricchiscono di essenze particolare donate dai rispettivi legni. Nivis è invece la Grappa di Barolo ottenuta per stabilizzazione naturale, filtrata senza l’uso della refrigerazione meccanica, le cui botti vengono “abbandonate” alle intemperie e al gelo dell’inverno. E ancora la «10 anni», una limitatissima edizione che parla 100% locale: Grappa di Barolo affinata per una decade in fusti utilizzati per il Barolo Chinato.
SOLERA, LA GRAPPA DI BAROLO CHE NON TI ASPETTI
Vere e proprie icone dell’incessante attitudine di Marolo alla sperimentazione sono però le ultime due grappe uscite in commercio, forse le più sorprendenti. Si tratta della Grappa di Barolo e Grappa di Moscato Solera, distillati di felice complessità aromatica in cui l’ispirazione caraibica si fonde alla tradizione piemontese. Il metodo Solera, tratto dall’invecchiamento del Rhum, consiste nel creare un particolare blend di grappe affinate in barrique con diverse età d’invecchiamento, secondo un metodo dinamico. Le botti vengono ordinate in cataste piramidali: la fila più alta contiene il distillato più giovane, mentre quella più in basso, chiamata appunto Solera (che in spagnolo significa «suolo»), la grappa più vecchia. Ogni anno una parte della Solera – la più vecchia – viene imbottigliata e le barrique vengono ricolmate con il distillato proveniente dalla fila superiore.
La Grappa di Barolo Solera, premiata dai 5 grappoli della guida Bibenda, ha un affinamento di almeno 7 anni, mentre quella di Moscato almeno di 6. Sono grappe dal meraviglioso carattere ludico, capaci di coniugare complessità e morbidezza, facilmente abbinabili ai dolci o come ricco fine pasto.
E voi, da quale Grappa volete farvi stupire?
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