La «vendemmia» di Marolo, le grappe single vineyard

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Si può parlare di vendemmia quando ci si riferisce al lavoro di una distilleria?

Vendemmiare significa raccogliere le uve da una precisa zona di produzione in un lasso di tempo altrettanto definito. Significa dividere le uve in base al varietale, ai cru e alle tipologie di vino. Significa procedere a vinificazioni separate e programmare i successivi affinamenti.

Se tutto questo significa vendemmiare, con i dovuti distinguo possiamo affermare che anche Marolo, durante i mesi autunnali, affronta la sua personale «vendemmia».

Come è possibile? Vediamolo nel dettaglio.

IL TEMPO DELLA «VINACCIA»

La prima e più importante preoccupazione di chi vendemmia è quella di raccogliere nel «giusto momento». L’obiettivo è di portare in cantina uve perfettamente mature. L’autunno è infatti caratterizzato da repentini mutamenti climatici che si riflettono sulla sanità e la composizione organolettica degli acini. Anche le vinacce hanno un giusto momento di distillazione: più sono “fresche”, meglio sapranno conferire il loro carattere alle future grappe. Fino a qualche decennio fa (ma ancora oggi succede), le vinacce venivano conservate per lungo tempo in silos di cemento, luoghi umidi e spesso insalubri che conferivano al prodotto finale sentori acetici e gusti pungenti a causa della proliferazione di muffa e batteri. Ecco perché Marolo ha scelto di non insilare le vinacce e di distillare tutta la produzione a ridosso della vendemmia – in un preciso lasso di tempo che va da settembre a dicembre – garantendo così la freschezza della nobile materia prima da cui ottiene tutte le sue grappe.

LA SELEZIONE DELLE VINACCE

Le vinacce vanno distillate fresche, è vero, ma non è l’unico parametro della loro qualità. Devono essere prive di muffe e di difetti organolettici, in ottimo stato di conservazione, al giusto grado di fermentazione. Marolo (proprio come avviene sui banchi di cernita delle uve dopo la vendemmia) riesce a fare questa cernita a monte, ovvero alla fonte stessa del suo approvvigionamento. La decennale collaborazione con i suoi conferitori e la stima reciproca gli permettono di avere solo il meglio delle vinacce, selezionate a partire dai grandi vini di Langhe e Roero a cui hanno dato vita.

LE GRAPPE DA SINGOLA VIGNA

Veniamo ora ad un punto cruciale della distillazione di Marolo, quello che più di ogni altro ne definisce il carattere «vendemmiale». In Italia, fino agli anni Settanta, le grappe erano prodotte da vinacce indifferenziate. Erano distillati rustici e “virili”, bevuti giovani e bianchi, senza particolari pretese edonistiche. La trasformazione dei gusti e l’attenzione alla qualità contribuirono alla nascita delle grappe monovarietali, ovvero grappe ottenute da un solo vitigno. Oggi gran parte delle grappe in commercio appartiene a questa categoria, come la Grappa di Moscato, la Grappa di Arneis,la Grappa di Barbera o la Grappa di Nebbiolo.

Alcune Grappe di Marolo, tuttavia, sono ancor più “specifiche”, distillate cioè da vinacce che non solo appartengono allo stesso varietale, ma provengono menzioni geografiche ben definite. Sono le famose Grappe di Marolo single-vineyard, fiore all’occhiello di una produzione artigianale che ha fatto della selezione e dell’esclusività uno dei suoi punti differenzianti. Le grappe single vineyard sono quanto di più simile a quello che nel mondo del vino viene chiamato “cru”: etichette in numero limitato che rappresentano l’espressione particolare di un vigneto ritenuto eccezionale. Allo stesso modo, le grappe “monovigna” di Marolo provengono dai cru più blasonati delle Langhe, vigneti la cui qualità si è imposta da decenni al vertice delle rispettive denominazioni.

Quali sono, dunque, queste grappe eccezionali?

GRAPPA DI BAROLO BRUNATE | Grappa ottenuta esclusivamente da uve nebbiolo prevenienti dalla Menzione Geografica Aggiuntiva (MGA) Brunate, uno dei cru «archetipo» del Barolo da cui oggi provengono alcune delle sue etichette più importanti. È una grappa millesimata, ovvero porta in etichetta l’anno della sua vendemmia. Superba, intensa, straordinariamente complessa: un distillato in cui sentori di more, violetta e frutta rossa matura si amalgamano perfettamente alle note balsamiche e speziate, tipica espressione del Brunate.



 

GRAPPA DI BAROLO BUSSIA | Bussia è uno dei cru storici del Barolo, la cui vocazione si perde nella notte dei tempi. Straordinaria per posizione e suoli, questa MGA regala Barolo che hanno letteralmente scritto la storia del «Re dei Vini». Da queste incredibili vinacce nasce una grappa solenne ed equilibrata, aristocratica, con note di mandorla tabacco e liquerizia. Un “gioiello” che riporta al cru più iconico della denominazione Barolo.


 


GRAPPA DI BARBARESCO RABAJÀ | Nessun vigneto della denominazione Barbaresco, comprensorio collinare a Est della città di Alba, è più rinomato del Rabajà, anch’esso riconosciuto come MGA. I vini qui prodotti si distinguono per una delicatezza superiore, connotata da una sapida vena minerale. I profumi intensi del Rabajà vengono preservati in una grappa di estrema morbidezza, gusto complesso senza eccessi, trionfo di finezza ed eleganza.

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