La storia della grappa in 5 date
Da Myriam, sorella di Mosè, al regolamento n. 1576 del Consiglio Europeo.
Ecco 5 date che hanno reso unico il distillato nazionale italiano.
Come e quando è nata la grappa?
Il merito della scoperta va agli alchimisti che, attraverso la distillazione, cercavano la “quinta essenza”, una sostanza che per composizione non rientrava tra le cose terresti e non era riconducibile ai quattro elementi conosciuti: terra, fuoco, aria e acqua.
Quello che cercavano era una sostanza eterea e inconoscibile: il puro spirito.
Per produrre quest’ “acqua che dà la vita”, così come la conosciamo noi oggi, ci sono voluti secoli di ricerca in campo tecnologico e agricolo, ma è giusto ricordare anche gli albori, tra rudimentali alambicchi e primitivi utilizzi delle vinacce.
Ricordiamo insieme i momenti più importanti della secolare storia della distillazione e della grappa.
III – II secolo a.C. | Alessandria d’Egitto
L’alambicco, apparecchio costituito da una caldaia collegata ad una serpentina di raffreddamento, dove si raccoglie il distillato, è strumento essenziale nella produzione della grappa. Sembra che a inventarne un primitivo esemplare, sia stato uno scienziato dell’antico Egitto, di nome Cleopatra. Tuttavia, a questa ipotesi, si affianca la descrizione di Zosimo d’Alessandria (IV – III secolo a.C.) di un simil alambicco a tre beccucci inventato da Maria l’Ebrea che, secondo la tradizione, altro non era la sorella di Mosè, Myriam.
>Leggi il post dedicato all’età arcaica dei distillatori
XVII secolo | Brescia
Il XVII secolo è segnato da un particolare fervore scientifico e tecnologico nel campo della distillazione. Tra alambicchi a sette teste e aperture di centinaia di distillerie solo in Olanda, il gesuita bresciano Francesco Terzi Lana (1631 – 1687) pare essere stato il primo ad aver ottenuto alcol dalla distillazione di vinacce e non più di solo vino. Anche se le storie sulla sua nascita sono numerose, potremmo, forse, osar dire che fu il primo ad effettuare una distillazione di grappa.
>Leggi il nostro post dedicato agli alchimisti del medioevo e la storia dell’alambicco
1739 | Torino
Il Piemonte è una delle regioni italiane a godere di un’antica tradizione distillatoria, questo anche grazie alla presenza di vigneti che offrono pregiate vinacce per la produzione di grappa. A testimonianza di una tradizione così radicata, ricordiamo che, nel lontano 1739, Carlo Emanuele III fondò l’Università (chiamata anche Congrega) dei Confettieri e Distillatori di Acquavite, con norme e regolamentazioni specifiche per tutti coloro che si dedicavano all’arte della distillazione.
1779 | Bassano del Grappa
Vicino al ponte sul fiume Brenta, posizione tattica per il commercio verso Venezia, nacque il primo grappificio italiano a conduzione familiare.
La distilleria Nardini di Bassano del Grappa fu pioneristica e la seguirono molte altre in Veneto, Lombardia, Trentino-Alto Adige e ovviamente Piemonte. Da questo momento, la distillazione crebbe sempre più, ottenendo una tale rilevanza economica che le autorità decisero di imporre tasse sulla produzione della grappa: quella familiare, libera e contadina continuò ad essere praticata clandestinamente.
1989 | La questione della denominazione
Grappa. Non c’è bisogno di aggiungere nessun altro aggettivo per specificare che la bevanda di fronte a noi è stata prodotta in Italia, in una precisa area geografica.
Con il regolamento n. 1576 del Consiglio dell’Unione Europea del 12 giugno 1989, si precisa la possibilità per una bevanda spiritosa, grappa inclusa, dell’indicazione geografica. Non solo, con il regolamento di cui sopra, la denominazione grappa, ad esclusione di quella prodotta nel Canton Ticino (Grappa del Ticino) e di una Ice grappa canadese, è riservata esclusivamente all’acquavite di vinacce prodotta in Italia. 100% bevanda spiritosa italiana.
>Che cos’è la Grappa? Leggi il post dedicato a chiarire cosa sia e come è regolamentato lo “spirito italiano”.