Che cos’è la grappa Riserva?

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Vi siete mai messi nei panni di una grappa stravecchia, anche detta grappa riserva? Quante cose ha visto passare sotto le doghe della sua botte?

Prendiamo una delle Grandi Riserve Marolo, la Grappa di Barolo 1989 ad esempio.

Appena uscita dall’alambicco, in autunno, assiste alla caduta del Muro di Berlino e due anni dopo, già nella sua botte, vede sciogliersi il Partito Comunista Italiano durante la storica svolta della Bolognina.

Nel 1992 soffre con tutta Italia per la guerra che sconvolge i Balcani. Indignata, partecipa alle indagini di Mani Pulite; assiste al primo – indimenticabile – contratto di Berlusconi con gli Italiani. Piange la morte di Kurt Cobain e saluta la nascita di Internet.

Esterrefatta, nel 2001 osserva i tragici sviluppi del G8 di Genova. Vede crollare le Torri Gemelle, iniziare la guerra in Afghanistan, esplodere il terrorismo islamico con la sua crescente escalation di attentati. Ma seguono anche anni pieni di novità e innovazioni che cambiano il mondo: la nascita di Facebook nel 2004, il primo Iphone nel 2007, il primo presidente di colore eletto alla Casa bianca, Obama, nel 2008. È la prima grappa dopo il mondiale in Messico a cantare sotto il «cielo azzurro di Berlino»: l’Italia è campione del mondo nella magica estate del 2006, quando forse si è pentita di non essere già in bottiglia per festeggiare.

E ancora: il disastro d Fukushima e la Costa Concordia; Samanta Cristoforetti e Papa Francesco; Trump e Greta Tumberg; Harry Potter, Dan Brown. Al cinema vede uscire tutti i sequel di Guerre Stellari (lunga vita ad Hans Solo!), battezza la nascita di Twitter, Instagram, Tick Tock e pure quella di Achille Lauro.

Le Grandi Riserve di Marolo: grappe riserve 9-20 anni


GRAPPA RISERVA
Un romanzo epico fatto di tempo

La grappa invecchiata è come un romanzo epico. Di generazione in generazione, di epoca in epoca, concentra l’emozioni nell’attimo del sorso, restituendoci così tanti ricordi che stenteremmo ad elencarli. Sulla sua pelle il tempo incide il suo valore, perché il tempo è la sola risorsa che non si può acquistare ma, se ben assaporata, può dare senso al nostro presente.

CHE COS’È LA GRAPPA RISERVA?
Domande e risposte

A differenza della grappa giovane, che non subisce alcun affinamento e dopo un breve periodo di riposo in acciaio viene imbottigliata, la grappa riserva viene posta in fusti di legno dove deve permanere per un certo periodo.

Quanto tempo? Lo stabilisce la legge italiana che, è bene dirlo subito, non dà limiti al suo invecchiamento, ma solo termini minimi, a partire dai quali la grappa può considerarsi invecchiata.

Dunque? Dunque una grappa può fregiarsi del termine invecchiata solo se – e soltanto – trascorre un periodo in fusti di legno (possono essere di varie essenze, ovvero varie specie botaniche) compreso tra il 12 e i 18 mesi. Se supera i 18 mesi, in etichetta di può scrivere anche il termine stravecchia o riserva.

Solo 18 mesi dunque? Per legge sì, una grappa riserva affina circa un anno e mezzo, periodo nel quale è sottoposta ai controlli dell’Agenzia delle Dogane.

E una volta superati i 18 mesi? Dipende dall’esperienza del distillatore, che può tenerla in botte per creare distillati sempre più invecchiati. Marolo, ad esempio, predilige i lunghi e lunghissimi affinamenti per creare grappe uniche, capaci di arricchirsi, di anno in anno, di profumi e sfumature sempre più intense e profonde.

Ma la grappa, dopo tanti anni di botte, si modifica? La grappa è una materia viva e, come tale, vivente, sente lo scorrere del tempo. Percepisce il contatto con il legni delle sue botti: adagio adagio, grazie all’azione dell’alcool, ne estrae i sentori nobili. Si rapporta con l’aria e con l’umidità presenti nella barricaia. Sapevate ad esempio che una grappa perde ogni anno tra il 2 e il 4% della sua massa liquida? Le botti non sono chiusure ermetiche e trasudano, lasciando evaporare piccole quantità di liquido. Questo processo ha un nome poetico, si chiama Parte degli Angeli, ovvero il “tributo” che le grappe riserva versano al cielo per essere distillati così buoni e preziosi.

Vuoi dire che una grappa di 10 anni perde il 20-40% del suo totale? È proprio così. Tanto che i fusti, dopo un certo periodo devono essere ricolmati. Naturalmente con la stessa grappa dello stesso anno, travasata da altre botti. E qui entra in gioco la serietà e l’esperienza dell’affinatore, perché il distillato non perda in qualità ed autenticità.

Autenticità? Questa è una parola chiave, almeno per la grappa. A differenza dei distillati di cereali, infatti, la grappa proviene da una materia prima nobile, l’uva da vino italiana, che è carica di profumi e sfumature caratteristiche. Il bravo distillatore e affinatore, anche a distanza di decine d’anni, deve far sì che la grappa conservi la sua espressione varietale e che non sia “sopraffatta” completamente dai sentori estratti dal legno.

Insomma, le grappe riserva – specie quelle affinate decine d’anni – sono davvero il fiore all’occhiello di Marolo e della sua filosofia produttiva.


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