Grappa single vineyard e grappa monovitigno, quali le differenze?
Se è vero che la grappa è una bevanda ottenuta dalla semplificazione e dalla riduzione della materia ad “essenza”, allora un’essenza è tanto più pura quanto migliore è la sua materia d’origine.
Sembra un principio alchemico, ma non è così. La grappa ha bisogno di materie prime eccellenti – le vinacce – per esprimere tutto il suo potenziale. Ma per esprimere un carattere unico ha bisogno vinacce uniche, non solo fresche e di assoluta qualità, ma provenienti da vendemmie che esprimono la natura singolare di un terrori terroir o, addirittura, del cru da cui provengono.
Da oltre 40 anni questa è la sfida di Marolo.
Creare grappe capaci di superare il concetto di monovitigno, per abbracciare quello che in enologia viene chiamato single vineyard, ovvero monovigna. Grappe che nascono solo e soltanto dalle uve dei migliori cru, e che svelano uno spirito più puro e più fedele al proprio territorio, perché figlie di uve provenienti da ristrettissime zone di pregio vitivinicolo.
Quali sono le principali differenze tra grappa monovitigno, grappa di vinacce atte a produrre un vino e grappe monovigna?
GRAPPA MONOVITIGNO
Fino agli anni settanta del Novecento, le grappe classiche erano prodotte da vinacce indifferenziate. Le prime grappe monovitigno di cui si ha traccia furono prodotte attorno alla fine del XIX secolo, a Canelli, dove le distillerie utilizzavano le vinacce di moscato bianco. Tuttavia, non erano ancora grappe intenzionalmente monovitigno, piuttosto grappe ottenute da una sola varietà di vinacce perché la zona era specializzata in un certo tipo di produzione enologica a base Moscato. La prima grappa monovitigno prodotta consapevolmente per essere tale si fa risalire al 1973. Questa piccola “rivoluzione copernicana” si deve alla famiglia Nonino, che registrò il termine monovitigno, distillando separatamente le vinacce dell’uva Picolit. Il solco era tracciato: da allora la grappa cominciava il suo lento percorso di valorizzazione varietale, diventando uno spirito un po’ più connesso al territorio di appartenenza, seppur in maniera ancora abbastanza vaga. La grappa monovitigno utilizza infatti vinacce di una stessa varietà, ma questo non presuppone che le vinacce arrivino da un’area delimitata. Una Grappa di Vermentino, o di Nebbiolo, ad esempio, può utilizzare vinacce provenienti da un’ampia zona, purché siano appartenenti allo stessa varietà di uve.
GRAPPA DA VINACCE ATTE A PRODURRE UN VINO
Un particolare tipo di grappa monovitigno può essere considerata la grappa ottenuta da vinacce atte alla produzione di un vino a denominazione. Per fare un esempio, la Grappa di Barolo (o la Grappa di Amarone) è una grappa monovitigno di vinacce di nebbiolo, ma le vinacce in questione devono, per legge, provenire esclusivamente dall’area collinare individuata dalla denominazione Barolo. Questo tipo di grappa costituisce un’ulteriore caratterizzazione territoriale della grappa, in quanto la distillazione andrà a sottolineare le caratteristiche monovarietali ottenute da vinacce appartenenti ad un terroir limitato.
GRAPPA SINGLE VINEYARD
Impossibile dire chi sia stato il primo a vinificare una grappa monovigna, ovvero una grappa ottenuta da vinacce provenienti da una sottozona di una denominazione vitivinicola, ovvero da un cru. Certo è che fin dagli anni ’80, Paolo Marolo aveva già in mente l’idea di produrre grappe uniche, che sapessero esprimere non solo il potenziale di un vitigno, ma le micro differenze che quello stesso vitigno acquista crescendo e sviluppandosi su determinati suoli e aree. L’idea di creare grappe monovigna univa il pratico al teorico. Da una parte, c’era la volontà di alcuni vitivinicoltori d’eccellenza di creare grappe legate alle loro etichette più blasonate. Dall’altra, nelle Langhe cresceva la volontà di definire una zonazione “alla francese”, di distinguere gli appezzamenti viticoli secondo il loro valore storico, tradizionale e qualitativo. La neonata distilleria Marolo – fondata nel 1977 – fu probabilmente la prima a produrre grappe monovigna di vinacce da Barolo. Nella seconda metà degli anni ’80 nacque la Grappa single vineyard Enrico VI dell’Azienda Agricola Monfalletto, vigna selezionata all’interno del cru Villero nel comune di Castiglione Falletto. A cui seguirono altre grappe monovigna, come la Grappa di Barolo La Serra e Brunate, cru di La Morra; la Grappa di Barolo Cicala, cru di Monforte d’Alba; le grappe di Barolo Bussia, Colonnello e Romirasco (vigne all’interno del cru Bussia di Monforte d’Alba); le grappe di Barbaresco Rabajà, di Arneis Renesio e la grappa di Barbera Moriondo, solo per citare qualche esempio.
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