La grappa di Barolo Bussia, spirito delle colline di Langa
La grappa di Barolo Bussia è un distillato proveniente dalle vinacce di nebbiolo da Barolo vendemmiate in una delle Menzioni più prestigiose della denominazione. Marolo ottiene due tipologie di grappa da questo vigneto: una grappa giovane e squillante, ricca di aromi, e un’edizione speciale, la «Vendemmia 2004», per intenditori, una riserva prodotta solo nelle annate migliori.
Per capire la Grappa di Barolo «Bussia» bisogna conoscere la sua zona di provenienza: Bussia è una lingua di terra intensamente vitata che da Monforte d’Alba scende verso Castiglione Falletto, in direzione Nord. Un vigneto di circa 300 ettari che viene diviso in varie sottozone: Bussia Soprana, Bussia Sottana, Arnulfo, Corsini, Dardi e Mondoca, Fantini, Munie, Pianpolvere, Pugagne, Rocche e Maniscotto, Visette. Al suo interno toponimi famosissimi come Colonnello, Cicala, Romirasco e Gabutti che, sebbene non abbiano una loro sottozona ufficiale, spesso vengono indicati in etichetta per la fama e la qualità del Barolo che esprimono. Oggi Bussia è una delle 11 Menzioni Geografiche Aggiuntive (MGA) del comune di Monforte d’Alba, il 68% dei quali è coltivato a nebbiolo da Barolo, il vitigno da cui provengono le vinacce della Grappa di Barolo Bussia «Vendemmia 2004».
Il primo cru in etichetta
Bussia è la Menzione in assoluto più celebre di Monforte d’Alba, una delle icone dell’intera denominazione. La storia di Bussia è assai misteriosa e di difficile ricostruzione. Se il nome della Menzione deriva dall’omonimo Rio che scorre ai piedi delle vigne, ben più poetici sono gli appellativi delle sue sottozone: il «Colonnello» fu forse un graduato napoleonico? E «Pianpolvere» il sito dove lo stesso accumulò ingenti quantità di polvere pirica per cannoni e fucili? Non ci sono notizie certe. Di sicuro, «Bussia» è citata da almeno un secolo tra le zone più rinomate del Barolo e, nel 1961, assieme alle Rocche di Castiglione, fu il primo cru a comparire ufficialmente in etichetta.
Un vigneto, molte espressioni
La grande estensione di Bussia e i molti produttori che ne vinificano le uve, rendono complesso identificare caratteristiche comuni ai vini qui prodotti. Tuttavia, si può tracciare un profilo comune a partire dai suoli. Sul Rio Bussia a Sud e sul Talloria dell’Annunziata più a Nord, gli studiosi tracciano una precisa linea di confine geologica. A Ovest rimangono i centri di Barolo e La Morra, le cui colline sono conformate da terreni tortoniani, ricchi di magnesio e manganese (le famose marne di Sant’Agata). Mentre a Est sorgono i comuni di Castiglione Falletto, Monforte d’Alba e più lontano Serralunga; terreni elveziani, con buona presenza di ferro, costituiti prevalentemente di Arenarie di Diano (strati di sabbia o arenaria grigio-bruno e giallastra e di Formazione di Lequio (strati di sabbia o arenaria grigio-rossastra alternati a marne grigie).
Che tipo di vini si ottengono da Bussia?
Suoli elveziani e Formazioni di Lequio, che in Bussia si trovano in perfetto mix, uniti al microclima caldo e secco dell’area, donano complessivamente vini molto fruttati, potenti e con tannini decisi, caratterizzati da note balsamiche. Sono vini di ampia struttura, che accompagnano un carattere minerale ad uno più terroso, ma sempre elegante.
LA GRAPPA DI BAROLO BUSSIA DI MAROLO
Marolo lavora le delicate vinacce di nebbiolo da Barolo Bussia con il massimo della delicatezza, affinché nella grappa possano si conservino gli aromi primari e secondari del vitigno di partenza. Sia per la Grappa di Bussia giovane che per la riserva, la distillazione è artigianale, discontinua, a bagnomaria: una tecnica delicatissima che, grazie a un’attenta regolazione delle temperature e ad una rettificazione manuale, estrae solamente il cuore delle sostanze aromatiche contenute nella materia prima.
La giovane
La Grappa di Barolo Bussia “giovane” è un distillato dal colore bianco trasparente, che affina in vasche di acciaio inox. Questo preserva i profumi squillanti del vitigno di origine donando alla grappa un bouquet ampio, con leggere note floreali, gusto pieno e caldo.
La riserva
Chicca della produzione Marolo è la riserva «Vendemmia 2004», una grappa di Barolo Bussia che ha invecchiato per 12 anni in fusti in piccoli fusti di legni giù usati di rovere e acacia. Perché legni usati? Perché la filosofia di Marolo è quella di far evolvere le grappe senza che le note terziarie, ovvero quelle date dall’affinamento in botte, sovrastino e annullino i naturali aromi delle vinacce di partenza. Ne consegue una Grappa di Barolo Bussia identificabile e aristocratica, dove il lungo invecchiamento lascia ancora ben percepibili le note balsamiche del vitigno d’origine.
«Vendemmia 2004»
La «Vendemmia 2004» è la seconda edizione della Grappa di Barolo Bussia riserva, la prima delle quali, la «Vendemmia 2001» era uscita per il 35esimo anniversario di Marolo. Marolo ha infatti reputato che le annate precedenti (2002 e 2003) non presentassero vinacce adeguate. La distillazione è avvenuta nel 2004, raccogliendo il frutto di un’annata strepitosa, che oggi si esprime in un distillato ricco ed aristocratico: profumi di mandorla, di tabacco e di spezie vengono bilanciati da note balsamiche di anice e liquirizia. Un’impronta sensoriale unica che trasporta col pensiero al vero spirito delle colline di Langa.