Che cos’è il metodo Solera?
Dici Solera e pensi ai Caraibi, ai vini spagnoli fortificati (su tutti Sherry e Madeira), ai cocktail tropicali a base di Rhum su qualche spiaggia ombreggiata dalle palme.
Dici Solera e la Grappa non è la prima cosa a venirti in mente. In effetti, il metodo Solera, detto anche criaderas y soleras, non è il più utilizzato per produrre il maggiore distillato italiano. Eppure c’è chi, come Marolo, nella sua incessante curiosità d’innovatore ha scelto di applicare questo sistema d’invecchiamento alla Grappa da vitigni autoctoni del Piemonte, ottenendo risultati per certi versi sorprendenti.
Ma di cosa parliamo esattamente quando diciamo metodo Solera? Vediamolo in questo post.
Il Solera è un particolare metodo d’invecchiamento e di blending di vini o distillati in legno che potremmo definire dinamico. Con il termine dinamico s’intende che il prodotto, prima di essere imbottigliato, viene travasato in un numero di botti di legno prestabilite dall’affinatore, in un ordine crescente dall’alto verso il basso, secondo un ordinamento piramidale delle botti, che sono posizionate a catasta.
Ogni passaggio dalle botti superiori a quelle inferiori crea un nuovo blend del distillato stesso, perché nelle botti delle file inferiori (chiamate criaderas) è contenuto lo stesso distillato, ma più affinato di quello superiore.
Tutto chiaro? Facciamo un esempio.
Per prima cosa si crea la catasta di botti, divisa in criaderas (che in spagnolo, letteralmente, significa «incubatori»), ovvero in piani di botti. Poniamo che questa catasta sia di tre piani, come nell’illustrazione più sotto.
Poi si riempiono, a partire dalla Solera (che significa «suolo») le botti con grappe di diversa annata: per fare un esempio, la Solera con una grappa di 5 anni, la 1a criadera con una grappa di 4 anni e la 2a criadera con una grappa di 3 anni. A questo punto, si svuota per una percentuale stabilita dall’affinatore la Solera, e la si ricolma con la stessa percentuale delle botti sovrastanti. Si fa questo travaso per tutti i piani delle criaderas, in modo che il piano superiore, contenente la grappa più giovane, formi sempre un blend con la grappa del piano inferiore.
Poniamo infine che questo processo venga portato avanti per due anni. Nella Solera avremo una grappa di 7 anni in blend con una grappa di 6 anni e una grappa di 5 anni. L’invecchiamento della Solera viene sempre indicato con il numero di anni del distillato più vecchio.
Perché si usa il metodo Solera?
Utilizzare il complesso metodo Solera a regola d’arte può dare grandi soddisfazioni in termini di qualità organolettiche finali. Se prodotto con grappe monovitigno di qualità eccezionale a partire da vinacce freschissime – come Marolo si sforza sempre di fare – la Grappa Solera può diventare un distillato di rara ricchezza di sfumature e complessità. Il blend tra grappe giovani e più vecchie crea un mix unico e molto godibile, in cui la vivacità dei profumi dei distillati giovani si mescola sapientemente con gli aromi terziari dell’affinamento in legno, regalando una Grappa Solera profonda e allo stesso tempo giocosa, un prodotto da abbinamento per eccellenza con i dolci o eccezionale fine pasto. Ma al contempo, una grappa da bere in qualsiasi momento, mai troppo monumentale o austera, da offrire agli amici senza troppi pensieri.
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